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Gabon

Agosto 2014

Sono anni che penso ad un viaggio in Gabon, soprattutto dopo essermi documentata attraverso l’avventura di Mike Fay, reporter del National Geographic che ha realizzato l’ormai leggendario viaggio chiamato Megatransect attraverso la foresta equatoriale africana. Ed eccomi ad averlo a mia portata. Come un fulmine mi folgora. Incontro un innamorato pazzo quanto me di quest’Africa estrema che sta organizzando il viaggio che tanto sognavo facendo un percorso molto interessante e nuovo, “una prima”, in un luogo quantomai impervio e difficile ma di una bellezza che si confermerà a posteriori disarmante. Faccio le mie ricerche in libreria, emeroteca e soprattutto in rete; cerco e ricerco ma non esistono guide, se non una scarna guida in francese che ha pochissima utilità per un viaggio strutturato come l’abbiamo pensato. Quello che bisogna sapere del Gabon non lo si legge da nessuna parte, lo si scopre in prima persona sulla propria pelle.

Una piccola popolazione per un territorio di poco più grande dell’Italia che offre abbondanti risorse naturali come petrolio, legname, oro e diamanti e altre materie prime che grazie ad ingenti investimenti stranieri hanno aiutato a rendere il Gabon una delle nazioni più prospere e stabili politicamente della regione e del continente nero. Il turismo è qualcosa di sconosciuto e a dirla tutta di non gradito. Il governo non vuole in nessun modo investire sul turismo. I turisti sono esigenti, fanno domande, vagano per un paese dove le strade servono per il trasporto delle merci e non delle persone, vogliono comodità che il paese non vuole e non è in grado di offrire. Una spettacolare foresta equatoriale domina per l’85% un territorio nel quale abitano tra i 50 e 70 mila scimpanzé – la maggior parte della popolazione mondiale – circa 45 mila gorilla di pianura e 60 mila elefanti di foresta. Incontaminate foreste dove solo il 12% è formato da parchi lasciati per lo più a loro stessi, lagune salmastre, radure, fiumi e plateau. I gabonesi invece sono molto diffidenti e schivi. L’assoluta desuetudine al turista porta loro a pensare che qualsiasi blanche sia un colonialista francese venuto a toglierle qualcosa, a sfruttare e maltrattare. Purtroppo abbiamo effettuato il viaggio senza bagagli, senza tende e materassini per cui il viaggio è stato riorganizzato in corso d’opera. Le statistiche lo indicano come il settimo paese più caro al mondo quindi abbiamo scelto delle sistemazioni che fossero conformi alla nostra filosofia di viaggio e ci siamo affidati alle missioni cristiane sparse per il paese. Non sempre abbiamo avuto l’esperienza degli “uomini di Dio” col cuore gonfio d’amore caritatevole ma anche questo fa parte del Gabon. Tra le esperienze più toccanti ci sono indubbiamente i giorni vissuti in foresta, dove immersi in un ambiente all’apparenza impenetrabile e incontaminato siamo stati in simbiosi completa con la natura. Le diverse guide ci hanno insegnato che se rispetti la natura da essa non hai nulla da temere. Ci hanno insegnato a camminare in silenzio per non spaventare gli animali e ad attivare ognuno dei nostri sensi per capire il valore immenso di ciò che ci circondava. L’olfatto per carpire nell’aria gli odori più o meno acri dei felini o dei primati; la vista per scovare tra le fitte foglie la moltitudine di uccelli e scoiattoli volanti che questo habitat offre; il tatto che permette di toccare la terra, le cortecce degli alberi e l’acqua dei ruscelli; il gusto per assaporare anche quanto la foresta ha da offrire come la liana dell’acqua che ci ha dissetati in più di un’occasione. Imparare a riconoscere le tracce degli animali attraverso i frutti mangiati, le impronte, gli odori, gli escrementi, gli spostamenti. Scoviamo tra le fronde elefanti, potamoceri, un pitone di due metri e mezzo, scimpanzé e mandrilli e altri primati, bufali e sitatunga. Navigare i corsi d’acqua con la piroga è come compiere un viaggio indietro nel tempo, agli albori del mondo, quando la vegetazione spadroneggiava sulla terra e i grandi alberi erano sovrani. Corsi d'acqua vuoti il cui silenzio assoluto era rotto solo dai richiami degli animali e dai nostri sussurri. La ricchezza di questo viaggio è un caleidoscopio di sensazioni ed emozioni che hanno marchiato a fuoco nel mio cuore sempre più profondamente il mio amore per l’Africa.

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