Cuba Discovery
Agosto 2015
La sabbia bianchissima prodotta da millenni di erosione della barriera corallina e un’acqua che definire azzurro verde è inappropriato, poiché cambia sfumature a seconda della diversa intensità della luce, circonda l’isola di Cuba, immersa nel mar dei Caraibi.
L’isola della salsa che a Trinidad si balla in piazza tra le case e color pastello, delle aragoste che coraggiosi pescatori, sfidando l’occhio vigile delle autorità e la lontananza della barriera, procurano e B fanno gustare nelle loro case. Cuba è il paese dei sigari e del rum, delle spiagge da sogno e dei vecchi macchinoni americani che rappresentano un ricordo prerivoluzionario.
Le grandi città come l’Havana o Santiago trasmettono un grande fascino, mescolano la fatiscenza degli edifici coloniali non ristrutturati alla bellezza delle grandi piazze, in cui non è raro ritrovare insegne che ricordano i luoghi in cui Fidel Castro, Ernesto Guevara de la Serna e Camilo Cienfuegos portarono a termine, con la rivoluzione, la liberazione di Cuba dalla sanguinaria dittatura di Batista.
Cuba è ancora distese di canna da zucchero, coltivazioni di tabacco che a Viñales cresce rigoglioso, regalando al mondo il suo miglior aroma e di cacao, i cui alberi a Baracoa, la città dei fiumi, crescono vigorosi, abbracciati alla splendida foresta pluviale.
A fine viaggio, davanti alla semplice tomba, all’interno del mausoleo dove riposa Che Guevara, le riflessioni iniziano forti a imporsi nelle nostre menti: abbiamo vissuto nell’isola della “libertà”, in cui a sessant’anni dalla liberazione oggi la gente ride e balla spensierata, perché ha tutto quello di cui ha bisogno, istruzione, sanità, casa… Manca però qualcosa… Sicuramente il blocco statunitense ne ha colpa, certo è che l’apertura al turismo e le norme troppo restrittive imposte da Fidel alla popolazione cubana hanno dato vita al feroce confronto tra due modelli economici troppo diversi per poter comunicare, per cui non c’è possibilità di conciliazione …Chissà come sarà il cambiamento che è alle porte, dopo quest’apparente distensione…
Con questi pensieri ci riaccoglie l’Havana, con la sua semplice tranquillità e straordinaria bellezza, ci immergiamo di nuovo tra le sue strade ospitali e la gente che balla, salutiamo il Malecon, il lungomare più bello del mondo, con la speranza di poter tornare in quest’isola per avere nuovamente un’immersione in una vita più a misura d’uomo, più calma e, sicuramente, più allegra.
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